lunedì 21 gennaio 2008

Le donne sono il cambiamento di questo secolo.

Nel corso degli anni che verranno, noi possiamo e dobbiamo credere nel cambiamento:
noi siamo il cambiamento.

Non abbiamo più bisogno di qualcuno che ci conferisca attestati di alcun tipo:
che decreti se siamo emancipate o no,
se vogliamo o no essere in carriera.

La forza delle donne,
non sono le prerogative che ne fanno degli stereotipi fissati sulla pagina:
alle donne va conferito più potere perché sono istintivamente più pragmatiche;
già questo ne limita i percorsi e la capacità di elaborazione.

Non vogliamo fotografie di alcun tipo che ci fissino in un istante,
che è già storia nel momento in cui noi lo vediamo.

Siamo le donne che hanno visto i due conflitti mondiali,
lo scempio dell’olocausto,
la barbarie stalinista,
siamo le loro figlie, le loro nipoti.

Sappiamo che non esiste la verità,
ma la lealtà ,
il legame profondo che ci ha unito nelle battaglie
che abbiamo condotto nella società civile,
nelle istituzioni,
ognuna a suo modo,
con i suoi successi o insuccessi.

La nostra Storia è il nostro patrimonio.

Siamo le figlie dell’Italia Europea, che non ha paura di guardare ad Est, ma tanto meno ad Ovest

Non abbiamo confini, se non quelli dettati dal rispetto della legalità.

Vogliamo lavorare con tutte coloro che credono che il momento del cambiamento è ora,
che non aspettano lo start della pistola,
che sanno che il cambiamento è in mano alle donne,
perché i maschi e le femmine di questa società sono sempre figli di donne,
che educano, nutrono, trasmettono valori.

Noi chiediamo alle donne
che credono in una dinamica non sessista,
delle dinamiche mondiali,
di associarsi con noi in una rete nuova,
che sappia essere servizio e di servizio,
di cui elaboreremo i contenuti, insieme.

Partiamo e nutriamo di noi stesse il cambiamento che vogliamo,
costruiremo il brillante più sfaccettato che sia mai esistito,
il fertilizzante che darà frutti forse ancora sconosciuti e non catalogati.

Qualcuno potrebbe dire che siamo velleitarie: ha solo paura. Noi no!

Abbiamo provato a cambiare le cose intorno:
qualcuna è riuscita meglio, altre meno.

Vogliamo trasmettere la nostra esperienza,
fonderla con altre in un frutto unico:

il rispetto dei valori fondamentali,
dei diritti umani e soprattutto della tolleranza

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